Durante l'antivigilia di Natale, Luca Cupiello, un napoletano, guardiano di una tipografia, si prepara alla festività insieme alla moglie Concetta, al nullafacente figlio Tommasino, detto Nennillo, ed al bisbetico fratello Pasquale. Il giorno dell'antivigilia il risveglio di Luca è faticoso per il freddo e il clima familiare difficile su cui apre gli occhi, ma si avvertono anche i primi segnali della tragedia finale nella difficoltà a stare in equilibrio per infilare i pantaloni. Mentre è intento nella metodica preparazione del presepe al quale si dedica maniacalmente, nonostante le critiche di moglie e figlio che lo ritengono anacronistico, irrompe in casa la figlia Ninuccia, agitata per l'ennesima lite con suo marito Nicolino. Ninuccia rivela a sua madre l'intenzione di lasciare il marito e fuggire con il suo amante Vittorio, e a tale proposito le mostra la lettera scritta per Nicolino. Concetta riesce a sottrargliela ed a farla desistere dal suo proposito ma, a causa di un impeto di rabbia di Ninuccia e di un conseguente, ennesimo litigio con Luca, ha uno svenimento e la lettera le sfugge di mano. Sarà proprio Luca a ritrovare la lettera ma, credendo che sia una lettera persa dal genero, gliela consegna quando questi giunge a casa dei suoceri.

Dopo avere riappacificato con ogni mezzo i due coniugi, anche nel timore che Luca ne venga a conoscenza, Concetta si appresta a preparare il cenone della vigilia a cui deve prendere parte la famiglia al completo. Tommasino arriva a casa accompagnato proprio da Vittorio, che è suo amico. I tentativi di Concetta di allontanarlo saranno vanificati dalla stessa gentilezza di Luca, il quale lo invita a cenare con loro una volta saputo che egli avrebbe trascorso da solo il Natale, sorvolando sull'atteggiamento derisorio tenuto proprio da Vittorio mentre lo ascoltava decantare le bellezze del suo presepe. Durante questo dialogo, Luca manifesta per qualche minuto la difficoltà ad articolare una parola e deve allontanarsi un attimo per recuperare una corretta successione dei suoni. Un altro segnale del dramma nel dramma familiare che si sta compiendo. All'arrivo di Ninuccia e Nicolino, che ha letto quella lettera e mai si sarebbe aspettato di trovarsi l'amante a casa del suocero, la situazione precipita: mentre i due uomini decidono di risolvere la questione in proprio minacciando anche di commettere folli gesti, Luca - ignaro di tutto - ha come unica preoccupazione la messa in scena con il figlio e il fratello degli auguri natalizi per i regali destinati a sua moglie.

Venuto brutalmente a conoscenza della situazione familiare, Luca, per anni vissuto nell'illusione di aver creato una famiglia felice, crolla e si ritrova a letto in preda a difficoltà motorie e verbali ormai gravi. L'intero vicinato è ormai costantemente presente al suo capezzale, dove Luca accusa deliri e allucinazioni che hanno come protagonista il genero Nicolino, che ha lasciato immediatamente la moglie e si è recato da alcuni suoi parenti a Roma. Luca spera ancora di vederlo riappacificato con sua figlia, la quale è distrutta dal dolore in quanto è perfettamente cosciente che su di lei ricadono le colpe della malattia del padre. Sopraggiunge il medico, che improvvisa una diagnosi incoraggiante alla moglie ed alla figlia di Luca, ma rivela invece al fratello la cruda verità: Luca non ha scampo e la sua morte è ormai questione di ore. Una improvvisa visita dell'amante Vittorio, che si sente moralmente responsabile dello stato di salute di Luca, ne provoca l'ennesimo equivoco allucinatorio e Luca, scambiandolo per Nicolino, arriva a benedire inconsapevolmente l'unione dei due amanti proprio all'arrivo del marito di lei, che deve essere trattenuto a viva forza dai presenti. Luca Cupiello, ormai definitivamente ripiegato nelle sue allucinazioni, si avvia così a morire, nell'illusione che il mondo sia come lui lo aveva sempre creduto. Tommasino, alla domanda che suo padre gli rivolge in punto di morte, "Te piace 'o presebbio?", alla quale egli per anni aveva risposto di no con stizzita protervia, finalmente si "scioglie" e tra le lacrime gli sussurra un laconico sì!